A un adulto venne chiesto se ricordasse in quale giorno avesse iniziato a soffrire. Lui prese a raccontare:Il giorno in cui inizi a non chiederti la perfezione, inizi a non chiederla nemmeno agli altri. Allora puoi iniziare a sperare di innamorarti, ad aprirti. A credere in Dio, forse, perché capisci che nemmeno Lui, anzi, tantomeno Lui ti chiede la perfezione. Spesso commettiamo errori perché sbagliamo obiettivo: se l'obiettivo della nostra vita è AMARE, perdono di importanza tante e tante cose: perde di importanza l'ultima parola, perdono di importanza le proprie abitudini, perdono di importanza le comodità e soprattutto non esistono più questioni di principio: esiste l'altro: unico perché imperfetto, perfetto perché inimitabilmente sé.
“Il primo giorno di scuola la maestra chiese a tutti di riempire per il giorno dopo una pagina di cerchietti. Io arrivai a casa, mangiai e poi felicissimo corsi sul quaderno, desideroso di iniziare la lezione: volevo fare i cerchietti più belli della classe! Feci il primo e poi lo cancellai perché non era venuto bene, lo rifeci ma anche quello non mi soddisfaceva, così il terzo, e il quarto: tutti cancellati. La sera dovettero togliermi dal tavolo a forza perché io continuavo a fare il primo cerchietto e cancellarlo.”
Il giorno in cui ti chiedi la perfezione inizi a soffrire.
Perché fai a botte con la realtà? Perché vuoi essere vincente.
Ma se vuoi amare, vai benissimo così.
La perfezione chiedila solo all'Amore, anzi, a Dio: "Rendimi, Signore, perfetto nell'amore, nel tuo Amore!".
- Tu invece ti svegli la mattina e ti odi, perché non sei quello che vorresti (o che credi che gli altri vorrebbero).
- Ma se Gesù ha vinto il mondo con la debolezza, perché devi aver paura della tua?
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