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sabato 31 gennaio 2015

Il sesto comandamento - Catechismo Chiesa Cattolica


IL SESTO COMANDAMENTO


« Non commettere adulterio » (Es 20,14). 217

« Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore » (Mt 5,27-28).

I. «Maschio e femmina li creò...»

2331 « Dio è amore e vive in se stesso un mistero di comunione e di amore. Creandola a sua immagine [...] Dio iscrive nell'umanità dell'uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell'amore e della comunione ». 218

« Dio creò l'uomo a sua immagine; [...] maschio e femmina li creò » (Gn 1,27); « Siate fecondi e moltiplicatevi » (Gn 1,28); « Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati » (Gn 5,1-2).

2332 La sessualità esercita un'influenza su tutti gli aspetti della persona umana, nell'unità del suo corpo e della sua anima. Essa concerne particolarmente l'affettività, la capacità di amare e di procreare, e, in un modo più generale, l'attitudine ad intrecciare rapporti di comunione con altri.

2333 Spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere ed accettare la propria identità sessuale. La differenza e la complementarità fisiche, morali e spirituali sono orientate ai beni del matrimonio e allo sviluppo della vita familiare. L'armonia della coppia e della società dipende in parte dal modo in cui si vivono tra i sessi la complementarità, il bisogno vicendevole e il reciproco aiuto.

2334 « Creando l'uomo "maschio e femmina", Dio dona la dignità personale in egual modo all'uomo e alla donna ». 219 « L'uomo è una persona, in eguale misura l'uomo e la donna: ambedue infatti sono stati creati ad immagine e somiglianza del Dio personale ». 220

2335 Ciascuno dei due sessi, con eguale dignità, anche se in modo differente, è immagine della potenza e della tenerezza di Dio. L'unione dell'uomo e della donna nel matrimonio è una maniera di imitare, nella carne, la generosità e la fecondità del Creatore: « L'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne » (Gn 2,24). Da tale unione derivano tutte le generazioni umane. 221

2336 Gesù è venuto a restaurare la creazione nella purezza delle sue origini. Nel discorso della montagna dà un'interpretazione rigorosa del progetto di Dio: « Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore » (Mt 5,27-28). L'uomo non deve separare quello che Dio ha congiunto. 222

La Tradizione della Chiesa ha considerato il sesto comandamento come inglobante l'insieme della sessualità umana.

II. La vocazione alla castità

2337 La castità esprime la raggiunta integrazione della sessualità nella persona e conseguentemente l'unità interiore dell'uomo nel suo essere corporeo e spirituale. La sessualità, nella quale si manifesta l'appartenenza dell'uomo al mondo materiale e biologico, diventa personale e veramente umana allorché è integrata nella relazione da persona a persona, nel dono reciproco, totale e illimitato nel tempo, dell'uomo e della donna.

La virtù della castità, quindi, comporta l'integrità della persona e l'integralità del dono.

L'integrità della persona

2338 La persona casta conserva l'integrità delle forze di vita e di amore che sono in lei. Tale integrità assicura l'unità della persona e si oppone a ogni comportamento che la ferirebbe. Non tollera né doppiezza di vita, né doppiezza di linguaggio. 223

2339 La castità richiede l'acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana. L'alternativa è evidente: o l'uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice. 224 « La dignità dell'uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e indotto da convinzioni personali, e non per un cieco impulso o per mera coazione esterna. Ma l'uomo ottiene tale dignità quando, liberandosi da ogni schiavitù delle passioni, tende al suo fine con scelta libera del bene, e si procura da sé e con la sua diligente iniziativa i mezzi convenienti ». 225

2340 Colui che vuole restare fedele alle promesse del suo Battesimo e resistere alle tentazioni, avrà cura di valersi dei mezzi corrispondenti: la conoscenza di sé, la pratica di un'ascesi adatta alle situazioni in cui viene a trovarsi, l'obbedienza ai divini comandamenti, l'esercizio delle virtù morali e la fedeltà alla preghiera. « La continenza in verità ci raccoglie e ci riconduce a quell'unità, che abbiamo perduto disperdendoci nel molteplice ». 226

2341 La virtù della castità è strettamente dipendente dalla virtù cardinale della temperanza, che mira a far condurre dalla ragione le passioni e gli appetiti della sensibilità umana.

2342 Il dominio di sé è un'opera di lungo respiro. Non lo si potrà mai ritenere acquisito una volta per tutte. Suppone un impegno da ricominciare ad ogni età della vita. 227 Lo sforzo richiesto può essere maggiore in certi periodi, quelli, per esempio, in cui si forma la personalità, l'infanzia e l'adolescenza.

2343 La castità conosce leggi di crescita, la quale passa attraverso tappe segnate dall'imperfezione e assai spesso dal peccato. L'uomo virtuoso e casto « si costruisce giorno per giorno, con le sue numerose libere scelte: per questo egli conosce, ama e compie il bene morale secondo tappe di crescita ». 228

2344 La castità rappresenta un impegno eminentemente personale; implica anche uno sforzo culturale, poiché « il perfezionamento della persona umana e lo sviluppo della stessa società [sono] tra loro interdipendenti ». 229 La castità suppone il rispetto dei diritti della persona, in particolare quello di ricevere un'informazione ed un'educazione che rispettino le dimensioni morali e spirituali della vita umana.

2345 La castità è una virtù morale. Essa è anche un dono di Dio, una grazia, un frutto dello Spirito. 230 Lo Spirito Santo dona di imitare la purezza di Cristo 231 a colui che è stato rigenerato dall'acqua del Battesimo.

L'integralità del dono di sé

2346 La carità è la forma di tutte le virtù. Sotto il suo influsso, la castità appare come una scuola del dono della persona. La padronanza di sé è ordinata al dono di sé. La castità rende colui che la pratica un testimone, presso il prossimo, della fedeltà e della tenerezza di Dio.

2347 La virtù della castità si dispiega nell'amicizia. Indica al discepolo come seguire ed imitare colui che ci ha scelti come suoi amici, 232 si è totalmente donato a noi e ci ha reso partecipi della sua condizione divina. La castità è promessa di immortalità.

La castità si esprime particolarmente nell'amicizia per il prossimo. Coltivata tra persone del medesimo sesso o di sesso diverso, l'amicizia costituisce un gran bene per tutti. Conduce alla comunione spirituale.

Le diverse forme della castità

2348 Ogni battezzato è chiamato alla castità. Il cristiano si è rivestito di Cristo, 233 modello di ogni castità. Tutti i credenti in Cristo sono chiamati a condurre una vita casta secondo il loro particolare stato di vita. Al momento del Battesimo il cristiano si è impegnato a vivere la sua affettività nella castità.

2349 « La castità deve distinguere le persone nei loro differenti stati di vita: le une nella verginità o nel celibato consacrato, un modo eminente di dedicarsi più facilmente a Dio solo, con cuore indiviso; le altre, nella maniera quale è determinata per tutti dalla legge morale e secondo che siano sposate o celibi ». 234 Le persone sposate sono chiamate a vivere la castità coniugale; le altre praticano la castità nella continenza:


« Ci sono tre forme della virtù di castità: quella degli sposi, quella della vedovanza, infine quella della verginità. Non lodiamo l'una escludendo le altre. [...] Sotto questo aspetto, la disciplina della Chiesa è ricca ». 235

2350 I fidanzati sono chiamati a vivere la castità nella continenza. Messi così alla prova, scopriranno il reciproco rispetto, si alleneranno alla fedeltà e alla speranza di riceversi l'un l'altro da Dio. Riserveranno al tempo del matrimonio le manifestazioni di tenerezza proprie dell'amore coniugale. Si aiuteranno vicendevolmente a crescere nella castità.

Le offese alla castità

2351 La lussuria è un desiderio disordinato o una fruizione sregolata del piacere venereo. Il piacere sessuale è moralmente disordinato quando è ricercato per se stesso, al di fuori delle finalità di procreazione e di unione.

2352 Per masturbazione si deve intendere l'eccitazione volontaria degli organi genitali, al fine di trarne un piacere venereo. « Sia il Magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato ». « Qualunque ne sia il motivo, l'uso deliberato della facoltà sessuale al di fuori dei rapporti coniugali normali contraddice essenzialmente la sua finalità ». Il godimento sessuale vi è ricercato al di fuori della « relazione sessuale richiesta dall'ordine morale, quella che realizza, in un contesto di vero amore, l'integro senso della mutua donazione e della procreazione umana ». 236

Al fine di formulare un equo giudizio sulla responsabilità morale dei soggetti e per orientare l'azione pastorale, si terrà conto dell'immaturità affettiva, della forza delle abitudini contratte, dello stato d'angoscia o degli altri fattori psichici o sociali che possono attenuare, se non addirittura ridurre al minimo, la colpevolezza morale.

2353 La fornicazione è l'unione carnale tra un uomo e una donna liberi, al di fuori del matrimonio. Essa è gravemente contraria alla dignità delle persone e della sessualità umana naturalmente ordinata sia al bene degli sposi, sia alla generazione e all'educazione dei figli. Inoltre è un grave scandalo quando vi sia corruzione dei giovani.

2354 La pornografia consiste nel sottrarre all'intimità dei partner gli atti sessuali, reali o simulati, per esibirli deliberatamente a terze persone. Offende la castità perché snatura l'atto coniugale, dono intimo e reciproco degli sposi. Lede gravemente la dignità di coloro che vi si prestano (attori, commercianti, pubblico), poiché l'uno diventa per l'altro oggetto di un piacere rudimentale e di un illecito guadagno. Immerge gli uni e gli altri nell'illusione di un mondo irreale. È una colpa grave. Le autorità civili devono impedire la produzione e la diffusione di materiali pornografici.

2355 La prostituzione offende la dignità della persona che si prostituisce, ridotta al piacere venereo che procura. Colui che paga pecca gravemente contro se stesso: viola la castità, alla quale lo impegna il Battesimo e macchia il suo corpo, tempio dello Spirito Santo. 237 La prostituzione costituisce una piaga sociale. Normalmente colpisce donne, ma anche uomini, bambini o adolescenti (in questi due ultimi casi il peccato è, al tempo stesso, anche uno scandalo). Il darsi alla prostituzione è sempre gravemente peccaminoso, tuttavia l'imputabilità della colpa può essere attenuata dalla miseria, dal ricatto e dalla pressione sociale.

2356 Lo stupro indica l'entrata con forza, mediante violenza, nell'intimità sessuale di una persona. Esso viola la giustizia e la carità. Lo stupro lede profondamente il diritto di ciascuno al rispetto, alla libertà, all'integrità fisica e morale. Arreca un grave danno, che può segnare la vittima per tutta la vita. È sempre un atto intrinsecamente cattivo. Ancora più grave è lo stupro commesso da parte di parenti stretti (incesto) o di educatori ai danni degli allievi che sono loro affidati.

Castità e omosessualità

2357 L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.

2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.

III. L'amore degli sposi

2360 La sessualità è ordinata all'amore coniugale dell'uomo e della donna. Nel matrimonio l'intimità corporale degli sposi diventa un segno e un pegno della comunione spirituale. Tra i battezzati, i legami del matrimonio sono santificati dal sacramento.

2361 « La sessualità, mediante la quale l'uomo e la donna si donano l'uno all'altra con gli atti propri ed esclusivi degli sposi, non è affatto qualcosa di puramente biologico, ma riguarda l'intimo nucleo della persona umana come tale. Essa si realizza in modo veramente umano solo se è parte integrante dell'amore con cui l'uomo e la donna si impegnano totalmente l'uno verso l'altra fino alla morte »: 240


« Tobia si alzò dal letto e disse a Sara: "Sorella, alzati! Preghiamo e domandiamo al Signore che ci dia grazia e salvezza". Essa si alzò e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo: "Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri [...]. Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: non è cosa buona che l'uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui. Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con rettitudine d'intenzione. Degnati di avere misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia". E dissero insieme: "Amen, amen!". Poi dormirono per tutta la notte » (Tb 8,4-9).

2362 « Gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità, sono onorevoli e degni, e, compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano, ed arricchiscono vicendevolmente in gioiosa gratitudine gli sposi stessi ». 241 La sessualità è sorgente di gioia e di piacere:


« Il Creatore stesso [...] ha stabilito che nella reciproca donazione fisica totale gli sposi provino un piacere e una soddisfazione sia del corpo sia dello spirito. Quindi, gli sposi non commettono nessun male cercando tale piacere e godendone. Accettano ciò che il Creatore ha voluto per loro. Tuttavia gli sposi devono saper restare nei limiti di una giusta moderazione ». 242

2363 Mediante l'unione degli sposi si realizza il duplice fine del matrimonio: il bene degli stessi sposi e la trasmissione della vita. Non si possono disgiungere questi due significati o valori del matrimonio, senza alterare la vita spirituale della coppia e compromettere i beni del matrimonio e l'avvenire della famiglia.

L'amore coniugale dell'uomo e della donna è così posto sotto la duplice esigenza della fedeltà e della fecondità.

La fedeltà coniugale

2364 La coppia coniugale forma una « intima comunità di vita e di amore [che], fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie, è stabilita dal patto coniugale, vale a dire dall'irrevocabile consenso personale ». 243 Gli sposi si donano definitivamente e totalmente l'uno all'altro. Non sono più due, ma ormai formano una carne sola. L'alleanza stipulata liberamente dai coniugi impone loro l'obbligo di conservarne l'unità e l'indissolubilità. 244 « L'uomo [...] non separi ciò che Dio ha congiunto » (Mc 10,9). 245

2365 La fedeltà esprime la costanza nel mantenere la parola data. Dio è fedele. Il sacramento del Matrimonio fa entrare l'uomo e la donna nella fedeltà di Cristo alla sua Chiesa. Mediante la castità coniugale, essi rendono testimonianza a questo mistero di fronte al mondo.


San Giovanni Crisostomo suggerisce ai giovani sposi di fare questo discorso alla loro sposa: « Ti ho presa tra le mie braccia, ti amo, ti preferisco alla mia stessa vita. Infatti l'esistenza presente è un soffio, e il mio desiderio più vivo è di trascorrerla con te in modo tale da avere la certezza che non saremo separati in quella futura. [...] Metto l'amore per te al di sopra di tutto e nulla sarebbe per me più penoso che il non essere sempre in sintonia con te ». 246

La fecondità del matrimonio

2366 La fecondità è un dono, un fine del matrimonio; infatti l'amore coniugale tende per sua natura ad essere fecondo. Il figlio non viene ad aggiungersi dall'esterno al reciproco amore degli sposi; sboccia nel cuore stesso del loro mutuo dono, di cui è frutto e compimento. Perciò la Chiesa, che « sta dalla parte della vita », 247 insegna che « qualsiasi atto matrimonialedeve rimanere aperto per sé alla trasmissione della vita ». 248 « Tale dottrina, più volte esposta dal Magistero della Chiesa, è fondata sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l'uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell'atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo ». 249

2367 Chiamati a donare la vita, gli sposi partecipano della potenza creatrice e della paternità di Dio. 250 « Nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla, che deve essere considerato come la loro propria missione, i coniugi sanno di essere cooperatori dell'amore di Dio Creatore e come suoi interpreti. E perciò adempiranno il loro dovere con umana e cristiana responsabilità ». 251

2368 Un aspetto particolare di tale responsabilità riguarda la regolazione della procreazione. Per validi motivi 252 gli sposi possono voler distanziare le nascite dei loro figli. Devono però verificare che il loro desiderio non sia frutto di egoismo, ma sia conforme alla giusta generosità di una paternità responsabile. Inoltre regoleranno il loro comportamento secondo i criteri oggettivi della moralità:


« Quando si tratta di comporre l'amore coniugale con la trasmissione responsabile della vita, il carattere morale del comportamento non dipende solo dalla sincera intenzione e dalla valutazione dei motivi, ma va determinato da criteri oggettivi, che hanno il loro fondamento nella natura stessa della persona umana e dei suoi atti, criteri che rispettano, in un contesto di vero amore, l'integro senso della mutua donazione e della procreazione umana; e tutto ciò non sarà possibile se non venga coltivata con sincero animo la virtù della castità coniugale ». 253

2369 « Salvaguardando ambedue questi aspetti essenziali, unitivo e procreativo, l'atto coniugale conserva integralmente il senso di mutuo e vero amore e il suo ordinamento all'altissima vocazione dell'uomo alla paternità ». 254

2370 La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati sull'auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi 255 sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Tali metodi rispettano il corpo degli sposi, incoraggiano tra loro la tenerezza e favoriscono l'educazione ad una libertà autentica. Al contrario, è intrinsecamente cattiva « ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione ». 256


« Al linguaggio nativo che esprime la reciproca donazione totale dei coniugi, la contraccezione impone un linguaggio oggettivamente contraddittorio, quello cioè del non donarsi all'altro in totalità: ne deriva non soltanto il positivo rifiuto all'apertura alla vita, ma anche una falsificazione dell'interiore verità dell'amore coniugale, chiamato a donarsi in totalità personale. [...] La differenza antropologica e al tempo stesso morale, che esiste tra la contraccezione e il ricorso ai ritmi temporali [...], coinvolge in ultima analisi due concezioni della persona e della sessualità umana tra loro irriducibili ». 257

2371 « Sia chiaro a tutti che la vita dell'uomo e il compito di trasmetterla non sono limitati solo a questo tempo e non si possono commisurare e capire in questo mondo soltanto, ma riguardano sempre il destino eterno degli uomini ». 258

2372 Lo Stato è responsabile del benessere dei cittadini. È legittimo che, a questo titolo, prenda iniziative al fine di orientare l'incremento della popolazione. Può farlo con un'informazione obiettiva e rispettosa, mai però con imposizioni autoritarie e cogenti. Non può legittimamente sostituirsi all'iniziativa degli sposi, primi responsabili della procreazione e dell'educazione dei propri figli. 259 In questo campo non è autorizzato a intervenire con mezzi contrari alla legge morale.

Il dono del figlio

2373 La Sacra Scrittura e la pratica tradizionale della Chiesa vedono nelle famiglie numeroseun segno della benedizione divina e della generosità dei genitori. 260

2374 Grande è la sofferenza delle coppie che si scoprono sterili. « Che mi darai? », chiede Abramo a Dio. « Io me ne vado senza figli... » (Gn 15,2). « Dammi dei figli, se no io muoio! », grida Rachele al marito Giacobbe (Gn 30,1).

2375 Le ricerche finalizzate a ridurre la sterilità umana sono da incoraggiare, a condizione che si pongano « al servizio della persona umana, dei suoi diritti inalienabili e del suo bene vero e integrale, secondo il progetto e la volontà di Dio ». 261

2376 Le tecniche che provocano una dissociazione dei genitori, per l'intervento di una persona estranea alla coppia (dono di sperma o di ovocita, prestito dell'utero) sono gravemente disoneste. Tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali eterologhe) ledono il diritto del figlio a nascere da un padre e da una madre conosciuti da lui e tra loro legati dal matrimonio. Tradiscono « il diritto esclusivo [degli sposi] a diventare padre e madre soltanto l'uno attraverso l'altro ». 262

2377 Praticate in seno alla coppia, tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali omologhe) sono, forse, meno pregiudizievoli, ma rimangono moralmente inaccettabili. Dissociano l'atto sessuale dall'atto procreatore. L'atto che fonda l'esistenza del figlio non è più un atto con il quale due persone si donano l'una all'altra, bensì un atto che « affida la vita e l'identità dell'embrione al potere dei medici e dei biologi e instaura un dominio della tecnica sull'origine e sul destino della persona umana. Una siffatta relazione di dominio è in sé contraria alla dignità e all'uguaglianza che dev'essere comune a genitori e figli ». 263 « La procreazione è privata dal punto di vista morale della sua perfezione propria quando non è voluta come il frutto dell'atto coniugale, e cioè del gesto specifico dell'unione degli sposi [...]; soltanto il rispetto del legame che esiste tra i significati dell'atto coniugale e il rispetto dell'unità dell'essere umano consente una procreazione conforme alla dignità della persona ».264

2378 Il figlio non è qualcosa di dovuto, ma un dono. Il « dono più grande del matrimonio » è una persona umana. Il figlio non può essere considerato come oggetto di proprietà: a ciò condurrebbe il riconoscimento di un preteso « diritto al figlio ». In questo campo, soltanto il figlio ha veri diritti: quello « di essere il frutto dell'atto specifico dell'amore coniugale dei suoi genitori e anche il diritto a essere rispettato come persona dal momento del suo concepimento ». 265

2379 Il Vangelo mostra che la sterilità fisica non è un male assoluto. Gli sposi che, dopo aver esaurito i legittimi ricorsi alla medicina, soffrono di sterilità, si uniranno alla croce del Signore, sorgente di ogni fecondità spirituale. Essi possono mostrare la loro generosità adottando bambini abbandonati oppure compiendo servizi significativi a favore del prossimo.

IV. Le offese alla dignità del matrimonio

2380 L'adulterio. Questa parola designa l'infedeltà coniugale. Quando due persone, di cui almeno una è sposata, intrecciano tra loro una relazione sessuale, anche episodica, commettono un adulterio. Cristo condanna l'adulterio anche se consumato con il semplice desiderio. 266 Il sesto comandamento e il Nuovo Testamento proibiscono l'adulterio in modo assoluto. 267 I profeti ne denunciano la gravità. Nell'adulterio essi vedono simboleggiato il peccato di idolatria. 268

2381 L'adulterio è un'ingiustizia. Chi lo commette viene meno agli impegni assunti. Ferisce quel segno dell'Alleanza che è il vincolo matrimoniale, lede il diritto dell'altro coniuge e attenta all'istituto del matrimonio, violando il contratto che lo fonda. Compromette il bene della generazione umana e dei figli, i quali hanno bisogno dell'unione stabile dei genitori.

Il divorzio

2382 Il Signore Gesù ha insistito sull'intenzione originaria del Creatore, che voleva un matrimonio indissolubile. 269 Ha abolito le tolleranze che erano state a poco a poco introdotte nella Legge antica. 270

Tra i battezzati « il Matrimonio rato e consumato non può essere sciolto da nessuna potestà umana e per nessuna causa, eccetto la morte ». 271

2383 La separazione degli sposi, con la permanenza del vincolo matrimoniale, può essere legittima in certi casi contemplati dal diritto canonico. 272

Se il divorzio civile rimane l'unico modo possibile di assicurare certi diritti legittimi, quali la cura dei figli o la tutela del patrimonio, può essere tollerato, senza che costituisca una colpa morale.

2384 Il divorzio è una grave offesa alla legge naturale. Esso pretende di sciogliere il patto, liberamente stipulato dagli sposi, di vivere l'uno con l'altro fino alla morte. Il divorzio offende l'Alleanza della salvezza, di cui il Matrimonio sacramentale è segno. Il fatto di contrarre un nuovo vincolo nuziale, anche se riconosciuto dalla legge civile, accresce la gravità della rottura: il coniuge risposato si trova in tal caso in una condizione di adulterio pubblico e permanente:


« Se il marito, dopo essersi separato dalla propria moglie, si unisce ad un'altra donna, è lui stesso adultero, perché fa commettere un adulterio a tale donna; e la donna che abita con lui è adultera, perché ha attirato a sé il marito di un'altra ».273

2385 Il carattere immorale del divorzio deriva anche dal disordine che esso introduce nella cellula familiare e nella società. Tale disordine genera gravi danni: per il coniuge, che si trova abbandonato; per i figli, traumatizzati dalla separazione dei genitori, e sovente contesi tra questi; per il suo effetto contagioso, che lo rende una vera piaga sociale.

2386 Può avvenire che uno dei coniugi sia vittima innocente del divorzio pronunciato dalla legge civile; questi allora non contravviene alla norma morale. C'è infatti una differenza notevole tra il coniuge che si è sinceramente sforzato di rimanere fedele al sacramento del Matrimonio e si vede ingiustamente abbandonato, e colui che, per sua grave colpa, distrugge un Matrimonio canonicamente valido. 274

Altre offese alla dignità del matrimonio

2387 Si comprende il dramma di chi, desideroso di convertirsi al Vangelo, si vede obbligato a ripudiare una o più donne con cui ha condiviso anni di vita coniugale. Tuttavia la poligamia è in contrasto con la legge morale. Contraddice radicalmente la comunione coniugale; essa, « infatti, nega in modo diretto il disegno di Dio quale ci viene rivelato alle origini, perché è contraria alla pari dignità personale dell'uomo e della donna, che nel matrimonio si donano con un amore totale e perciò stesso unico ed esclusivo ». 275 Il cristiano che prima era poligamo, per giustizia, ha il grave dovere di rispettare gli obblighi contratti nei confronti delle donne che erano sue mogli e dei suoi figli.

2388 L'incesto consiste in relazioni intime tra parenti o affini, in un grado che impedisce tra loro il matrimonio. 276 San Paolo stigmatizza questa colpa particolarmente grave: « Si sente da per tutto parlare d'immoralità tra voi [...] al punto che uno convive con la moglie di suo padre! [...] Nel nome del Signore nostro Gesù, [...] questo individuo sia dato in balia di Satana per la rovina della sua carne... » (1 Cor 5,1.3-5). L'incesto corrompe le relazioni familiari e segna un regresso verso l'animalità.

2389 Si possono collegare all'incesto gli abusi sessuali commessi da adulti su fanciulli o adolescenti affidati alla loro custodia. In tal caso la colpa è, al tempo stesso, uno scandaloso attentato all'integrità fisica e morale dei ragazzi, i quali ne resteranno segnati per tutta la loro vita, ed è altresì una violazione della responsabilità educativa.

2390 Si ha una libera unione quando l'uomo e la donna rifiutano di dare una forma giuridica e pubblica a un legame che implica l'intimità sessuale.

L'espressione è fallace: che senso può avere una unione in cui le persone non si impegnano l'una nei confronti dell'altra, e manifestano in tal modo una mancanza di fiducia nell'altro, in se stessi o nell'avvenire?

L'espressione abbraccia situazioni diverse: concubinato, rifiuto del matrimonio come tale, incapacità di legarsi con impegni a lungo termine. 277 Tutte queste situazioni costituiscono un'offesa alla dignità del matrimonio; distruggono l'idea stessa della famiglia; indeboliscono il senso della fedeltà. Sono contrarie alla legge morale: l'atto sessuale deve avere posto esclusivamente nel matrimonio; al di fuori di esso costituisce sempre un peccato grave ed esclude dalla comunione sacramentale.

2391 Molti attualmente reclamano una specie di « diritto alla prova » quando c'è intenzione di sposarsi. Qualunque sia la fermezza del proposito di coloro che si impegnano in rapporti sessuali prematuri, tali rapporti « non consentono di assicurare, nella sua sincerità e fedeltà, la relazione interpersonale di un uomo e di una donna, e specialmente di proteggerla dalle fantasie e dai capricci ». 278 L'unione carnale è moralmente legittima solo quando tra l'uomo e la donna si sia instaurata una comunità di vita definitiva. L'amore umano non ammette la « prova ». Esige un dono totale e definitivo delle persone tra loro. 279

In sintesi

2392 « L'amore è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano ». 280

2393 Creando l'essere umano uomo e donna, Dio dona all'uno e all'altra, in modo uguale, la dignità personale. Spetta a ciascuno, uomo e donna, riconoscere e accettare la propria identità sessuale.

2394 Cristo è il modello della castità. Ogni battezzato è chiamato a condurre una vita casta, ciascuno secondo lo stato di vita che gli è proprio.

2395 La castità significa l'integrazione della sessualità nella persona. Richiede che si acquisisca la padronanza della persona.

2396 Tra i peccati gravemente contrari alla castità, vanno citati la masturbazione, la fornicazione, la pornografia e le pratiche omosessuali.

2397 L'alleanza liberamente contratta dagli sposi implica un amore fedele. Essa impone loro l'obbligo di conservare l'indissolubilità del loro Matrimonio.

2398 La fecondità è un bene, un dono, un fine del matrimonio. Donando la vita, gli sposi partecipano della paternità di Dio.

2399 La regolazione delle nascite rappresenta uno degli aspetti della paternità e della maternità responsabili. La legittimità delle intenzioni degli sposi non giustifica il ricorso a mezzi moralmente inaccettabili (per esempio, la sterilizzazione diretta o la contraccezione).

2400 L'adulterio e il divorzio, la poligamia e la libera unione costituiscono gravi offese alla dignità del matrimonio.

(217) Cf Dt 5,18.

(218)Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 11: AAS 74 (1982) 91-92.

(219)Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 22: AAS 74 (1982) 107; cf Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 49: AAS 58 (1966) 1070.

(220)Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mulieris dignitatem, 6: AAS 80 (1988) 1663.

(221) Cf Gn 4,1-2.25-26; 5,1.

(222) Cf Mt 19,6.

(223) Cf Mt 5,37.

(224) Cf Sir 1,22.

(225)Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 17: AAS 58 (1966) 1037-1038.

(226)Sant'Agostino, Confessiones, 10, 29, 40: CCL 27, 176 (PL 32, 796).

(227) Cf Tt 2,1-6.

(228)Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 34: AAS 74 (1982) 123.

(229)Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 25: AAS 58 (1966) 1045.

(230) Cf Gal 5,22-23.

(231) Cf 1 Gv 3,3.

(232) Cf Gv 15,15.

(233) Cf Gal 3,27.

(234)Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 11: AAS 68 (1976) 90-91.

(235)Sant'Ambrogio, De viduis 23: Sancti Ambrosii Episcopi Mediolanensis opera, v. 141 (Milano-Roma 1989) p. 266 (PL 16, 241-242).

(236) Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 9: AAS 68 (1976) 86.

(237) Cf 1 Cor 6,15-20.

(238) Cf Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10.

(239) Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8: AAS 68 (1976) 85.

(240)Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 11: AAS 74 (1982) 92.

(241) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 49: AAS 58 (1966) 1070.

(242) Pio XII, Discorso ai partecipanti al Convegno dell'Unione Cattolica Italiana delle Ostetriche (29 ottobre 1951): AAS 43 (1951) 851.

(243) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 48: AAS 58 (1966) 1067.

(244) Cf CIC canone 1056.

(245) Cf Mt 19,1-12; 1 Cor 7,10-11.

(246) San Giovanni Crisostomo, In epistulam ad Ephesios, homilia 20, 8: PG 62, 146-147.

(247) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 30: AAS 74 (1982) 116.

(248) Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 11: AAS 60 (1968) 488.

(249) Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 12: AAS 60 (1968) 488; cf Pio XI, Lett. enc. Casti connubii: DS 3717.

(250) Cf Ef 3,14-15; Mt 23,9.

(251) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 50: AAS 58 (1966) 1071.

(252) Cf Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 50: AAS 58 (1966) 1071.

(253) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 51: AAS 58 (1966) 1072.

(254) Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 12: AAS 60 (1968) 489.

(255) Cf Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 16: AAS 60 (1968) 491-492.

(256) Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 14: AAS 60 (1968) 490.

(257) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 32: AAS 74 (1982) 119-120.

(258) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 51: AAS 58 (1966) 1073.

(259) Cf Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio, 37: AAS 59 (1967) 275-276; Id., Lett. enc. Humanae vitae, 23: AAS 60 (1968) 497-498.

(260) Cf Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 50: AAS 58 (1966) 1071.

(261) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, Introductio, 2: AAS 80 (1988) 73.

(262) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 2, 1: AAS 80 (1988) 87.

(263) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 2, 5: AAS 80 (1988) 93.

(264) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 2, 4: AAS 80 (1988) 91.

(265) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 2, 8: AAS 80 (1988) 97.

(266) Cf Mt 5,27-28.

(267) Cf Mt 5,32; 19,6; Mc 10,11-12; 1 Cor 6,9-10.

(268) Cf Os 2,7; Ger 5,7; 13,27.

(269) Cf Mt 5,31-32; 19,3-9; Mc 10,9; Lc 16,18; 1 Cor 7,10-11.

(270) Cf Mt 19,7-9.

(271) CIC canone 1141.

(272) Cf CIC canoni 1151-1155.

(273) San Basilio Magno, Moralia, regula 73: PG 31, 852.

(274) Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 84: AAS 74 (1982) 185.

(275) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 19: AAS 74 (1982) 102; cf Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 47: AAS 58 (1966) 1067.

(276) Cf Lv 18,7-20.

(277) Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 81: AAS 74 (1982) 181-182.

(278) Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 7: AAS 68 (1976) 82.

(279) Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 80: AAS 74 (1982) 180-181.

(280) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 11: AAS 74 (1982) 92.

5 Bugie in 50 sfumature di violenza

Articolo che sbugiarda e mette in guardia da "Cinquanta sfumature di grigio". Tratto e tradotto da qui.


Speriamo che tu abbia già deciso che "Cinquanta sfumature di grigio" non è degno del tuo tempo. Ma dal momento che, come cristiani, siamo chiamati per Cristo a essere coinvolti anche nelle cose che circolano come cultura, sarà utile per voi sapere un paio di cose sul libro/film in modo da poter parlare in modo sensato e convincente con amici e colleghi.

"Cinquanta Sfumature di Grigio" è una trilogia best-seller di romanzi e ora un film di Hollywood. Il franchising vale milioni. Ma questa storia "d'amore" scritta male non è solo un romanzo innocuo per le casalinghe annoiate. E 'pieno di bugie sottili e non-così-sottili. Diamo un'occhiata a cinque di loro.

Bugia # 1: La violenza è sexy.
Se sai qualcosa di "Cinquanta sfumature", sai che è la storia di un uomo e una donna, persone provenienti da mondi opposti sessualmente parlando, che si infatuano l'uno dell'altra. Il personaggio principale, Ana (che ha la personalità di uno spazzolino da denti bagnato), è in gran parte innocente e inesperta quando si tratta di sesso. Christian, d'altra parte, è uno psicopatico sessuale, profondamente impantanato in un mondo di sadomaso.
I fan di Cinquanta Sfumature sono pronti a sottolineare, "Guarda, Ana, alla fine, doma Christian e lo porta lontano dal suo mondo di emozioni di dominio sessuale. Basta leggere i libri sequel." Questo può essere, ma è l'erotismo contenuto nei libri che li ha fatti vendere. Qualunque cambiamento Christian passi nell'arco di storia, non possiamo trascurare il modo con cui le sue fantasie violente feriscono Ana. Questo è esattamente come il primo libro si conclude: con la sola Ana che piange sul suo letto, perché lei si è innamorata di un uomo ma si rende conto che è profondamente disturbato.
Questa è, purtroppo, la tendenza della pornografia, sia con le parole, foto o video. Un recente studio sui più venduti film pornografici ha rilevato che quasi il 90 per cento delle scene contengono atti di aggressione fisica. Nella maggior parte di quelle scene, le donne sono ritratte nel piacere di essere dominate o punite. Ora, se qualcuno risponde: "Sì, ma essere dominata e minacciata è molto più eccitante di essere fedeli nel sesso coniugale," per me, è come sentire un drogato che dice che la vita senza sballo è noiosa. In entrambi i casi, mi fa solo compassione.

Bugia # 2: lo sfruttamento sessuale è sexy.
Per molte donne, Christian Grey sembra sinonimo di fantasia femminile. Lui è incredibilmente ricco. Lui adora la terra su cui cammina Ana.
Ma Christian è anche una persona terribilmente danneggiata che all'età di quindici anni è stato coinvolto in una relazione dominante-sottomesso con un'amica di sua madre, un rapporto che, dice, lo ha lasciato disturbato. Eppure le sue conseguenti ossessioni perverse sono proprio le cose che hanno fatto vendere i libri a milioni.
Potete immaginare se lo scenario fosse invertito? Immaginatevi una ragazza di 15 anni, che viene costretta da un uomo dell'età di suo padre in un rapporto in cui lei è sessualmente sfruttata per anni. Poi immaginate quella ragazza entrare in un rapporto dopo l'altro di emozioni, di sesso violento. E forse quella donna è qualcosa su cui gli uomini dovrebbero fantasticare?

Bugia # 3: Le donne dovrebbero tollerare gli stalker.
Molti fan di questi libri diranno, "Guarda quanto Christian vuole essere sicuro che ha il consenso di Ana. Questo libro non è misogino, perché Ana è semore consenziente. "
In primo luogo, consentire di venir sfruttata non fa dell'essere sfruttata una cosa meno grave.
In secondo luogo, il libro offusca la linea tra il consenso e il controllo nei modi peggiori. A un certo punto, dice Ana, "Certo che sa dove abito. Ogni stalker lo sa, no? "
Un giornale sul benessere femminile ha pubblicato un articolo che mostra che Ana è in realtà una vittima di "violenza domestica". Lo studio dice che il libro mostra che l'abuso è presente in quasi ogni contatto che hanno i due, con intimidazioni e stalking.


Bugia # 4: Il consenso è secondario quando la lussuria è coinvolta.
Christian è un miliardario con una ricchezza quasi illimitata a sua disposizione, e compra a Ana regali stravaganti. Uno di questi doni è una copia prima edizione di Tess di Thomas Hardy dei d'Urbervilles. Si può pensare, "Bell'affare. Lui le ha comprato un bel libro. Che bel regalo. "
Ma nella nota che accompagna il libro, Christian scrive: "Perché non mi hai detto c'era pericolo? Perché non mi hai avvertito me? Le signore sanno da cosa difendersi perché hanno letto i romanzi che raccontano queste cose. "
Per chi non conosce il romanzo di Hardy, questo è ciò che il personaggio principale, Tess, dice dopo essere stata violentata dal suo inseguitore nel bosco. Subito Ana riconosce la citazione dal libro, ma in realtà non credo che ci saranno le stesse implicazioni. Appare chiaro che Christian vuole Ana fisicamente, e userà qualsiasi trucco per prenderla. In tutto il libro, come la loro storia d'amore contorto spiega, vediamo come Ana paragona Christian al cattivo della storia di Hardy.

Bugia # 5: La pornografia è moralmente accettabile.
La popolarità di "Cinquanta Sfumature di Grigio" aiuterà a convincere le persone (compresi i giovani e moralmente disinformati) che la pornografia è okay. Ma, come il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna, "
La pornografia consiste nel sottrarre all'intimità dei partner gli atti sessuali, reali o simulati, per esibirli deliberatamente a terze persone. Offende la castità perché snatura l'atto coniugale, dono intimo e reciproco degli sposi. Lede gravemente la dignità di coloro che vi si prestano (attori, commercianti, pubblico), poiché l'uno diventa per l'altro oggetto di un piacere rudimentale e di un illecito guadagno. Immerge gli uni e gli altri nell'illusione di un mondo irreale."
Non fatevi ingannare. "Cinquanta sfumature di grigio" non è altro pornografia violenta.

venerdì 30 gennaio 2015

Lettera al marito sconosciuto...

Da un bellissimo blog americano, ecco un post su cui riflettere...



"Un mio caro amico recentemente mi ha dato un libro su futuri sposi. Dopo ogni capitolo c'è una guida per scrivere la vostra lettera al futuro marito / moglie. Ho deciso di scrivere la mia lettera e condividerla con voi. Così qui è. . .

"Caro futuro marito,

Hey. Come stai? Volevo solo scriverti per dirti che ti sto aspettando. Ti sto aspettando, perché già ti amo. Sto aspettando ora e continuerò ad aspettare fino al giorno in cui Dio sceglierà di incrociare le nostre strade.

So che la vita può essere difficile e si potrebbe essere tentati dalla disperazione o accontentarsi di relazioni o situazioni che non porterebbero la vera felicità o la gioia. Ma in tutto questo voglio solo che tu sappia che io sto anche pregando per te. Anche se forse non ci siamo ancora incontrati, non sei solo in questo. So come ti senti.

So quanto sia facile uscire senza scopo con qualcuno o utilizzare qualcuno per riempire la solitudine che ti senti nel cuore. So quanto possa essere difficile dire di no all'impurità. Ti basti sapere che ogni volta che mi sento così, penso a te. Offro questa solitudine nella speranza che porti un po 'di consolazione nel tuo cammino. Se stai leggendo, spero che tu faccia lo stesso per me.

Spero che tu pensi a me quando la vita diventa difficile. Spero che tu preghi per me, come faccio io per te. E così come voglio tanto che tu mi aspetti... non voglio che tu mi aspetti. Voglio  che tu viva la tua vita al massimo. Spero che tu colga ogni opportunità di crescere come persona e innamorarti di Dio.

Io voglio che tu faccia questo perché questo è quello che farò con la mia vita fino a quando non arriverà il momento in cui potremo farlo insieme. Non ho intenzione di sedermi in attesa di vederti venire strisciante ai miei piedi. Ho intenzione di vivere una vita che mi permetta di essere la persona migliore che posso essere e crescere per essere nel luogo dove potrò amarti tanto quanto mi sarà possibile quando sarà il momento.

E quando sarà il momento in cui potrò dividere la mia vita con te, voglio darti tutte le mie esperienze passate, come una parte del mio dono. . . e io voglio che sia un grande dono.
Quindi, per favore, esci e vivi questo bellissimo dono della vita che ti è stato dato! Mi incontrerai da qualche parte lungo la strada. Quindi, se mi vedi in un caffè o in una cappella, non aver paura di dire ciao (nel caso della cappella, lasciami pregare prima... magari sto pregando per te). Alla fine recupereremo tutto il tempo che è passato dall'ultima volta in cui le nostre anime si sono incontrate.

Ci vediamo presto,

con amore,

Me.




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So che questo post è un po 'diverso dal solito, ma spero che tutti voi prendiate in considerazione il tipo di vita che vorrete condividere con la persona che Dio ha messo da parte per voi. Godetevi il vostro tempo in questa vita con la consapevolezza che se siete chiamati a sposare un altro essere umano o se siete chiamati a sposare la Chiesa come sacerdoti o sposare Cristo attraverso i voti della vita religiosa, è meglio utilizzare il vostro tempo per crescere in amore e in virtù in modo che, quando accadrà, sarà possibile soddisfare la vostra vocazione in modo eccitante e pieno di gioia.

Io pregherò per tutti voi e le vostre future vocazioni e spero che voi pregherete per me pure.

Dio ti ama così tanto e così faccio io.

1 Corinzi 13"


Post pescato e tradotto da qui.
L'originale lo ha scritto lei:


lunedì 15 dicembre 2014

Quando il marito non vuole saperne di adottare...


Ho pensato che avrei avuto quattro figli. Due femmine e due maschi.

L'unico problema con il mio piano era che mio marito non era d'accordo. "Solo due," mi ha detto. "Posso prendermi cura di due. Posso essere un buon padre per due. "

"Sì", risposi. "E possiamo essere buoni genitori per più di due."

Più parlare. Più sussurri a tarda notte. Altro pregare.

"Vorrei adottare," ho annunciato, alcuni mesi più tardi. "So che abbiamo concordato che avremmo adottato solo se non potevamo avere figli biologici, ma così tanti bambini hanno bisogno di una casa e noi abbiamo una buona casa. Noi siamo le persone perfette per farlo."

"Solo due", ha ripetuto. "Posso essere un buon padre per due."





Gli ricordai di come avessi avuto questo desiderio nel mio cuore da quando avevo 13 anni. Eppure, era fermo nella sua decisione.

Pregherò, ho deciso.

Ho passato settimane in profonda preghiera. Volevo essere il più giusta possibile, così invece di chiedere a Dio di cambiare la mente di mio marito, ho pregato "diplomaticamente" questo:

"Caro Dio, Grazie per avermi dato un marito che è un buon padre per i nostri figli. Tu sai che vorrei adottare e lui no. Sai che ci sono tanti orfani là fuori che hanno bisogno di una buona case. So che la tua volontà per Nathan (il marito) è la stessa tua volontà per me. Modifica uno dei nostri cuori e portaci alla stessa volontà. Grazie per amarci e per adottarci nel tuo regno. Nel Nome di Gesù, Amen. "



Mi aspettavo che Dio cambiasse il cuore di mio marito. Ho sentito così tante storie su come il marito non era d'accordo, ma Dio lavorava dietro le quinte. E Non vedevo l'ora che mio marito venisse da me, apparentemente dal nulla, ad annunciarmi che voleva adottare!

Solo che non è andata così. Dio non ha cambiato il cuore di mio marito.

Ha cambiato il mio.

Dopo che ho passato 15 ani nella ferma decisione di adottare, Dio iniziato ad aprirmi gli occhi sulla Sua volontà per la mia famiglia. La sua risposta è stata gentile: "no, ho altri progetti per te".

Ho pianto. Ho supplicato. Ho resistito. Ma alla fine, ho lasciato andare.

Più che voglio adottare, voglio seguire il piano di Dio per la mia famiglia.

Continuo a pensare che l'adozione sia una cosa incredibile e bellissima.

Ho ancora un posto nel mio cuore tenero per gli orfani. Piango per loro. Io prego per loro. Sono sinceramente interessata a conoscere tutto di ogni storia di adozione che chiunque voglia condividere con me.

Ma voglio anche onorare mio marito. Dal momento che non siamo sintonizzati su questo punto, non voglio chiedergli di sacrificare il suo tempo e le risorse per portare a casa un bambino. E io non voglio che lui sia gravato dall'essere finanziariamente e spiritualmente responsabile di un altro essere umano contro la sua volontà.

In più, so che ci sono altri modi per aiutare gli orfani. Modi che non dividono la mia famiglia.

Vorrei ancora adottare? Sì! Se mio marito mai viene da me e mi dice che ha cambiato idea, io con tutto il cuore coglierei al volo questa possibilità!

Ma se mio marito non cambia mai idea? Ho fatto pace con questa cosa. Sto imparando ad assaporare e godere la vita, proprio come è, senza preoccuparmi riguardo qualcosa che potrebbe non essere mai.

Anche se il mio percorso è diverso dalle famiglie incredibili che decidono di adottare, sto scegliendo di essere felice dove Dio mi ha piantata.

"Insegnami a compiere il tuo volere, perché sei tu il mio Dio. Il tuo spirito buono mi guidi in terra piana."
Salmo 143,10 


[Tradotto da qui]

venerdì 22 agosto 2014

santificarsi santificando... per gli sposi

“Il matrimonio è fatto perché quelli che lo contraggono vi si santifichino e santifichino gli altri per mezzo di esso: perciò i coniugi hanno una grazia speciale, che viene conferita dal sacramento istituito da Gesù Cristo. Chi è chiamato allo stato matrimoniale, trova in esso, con la grazia di Dio, tutti i mezzi necessari per essere santo e per condurre verso il Signore le persone con cui vive.”

“Gli sposi cristiani devono avere la consapevolezza di essere chiamati a santificarsi santificando, cioè a essere apostoli; e che il loro primo apostolato si deve realizzare nella loro casa. Devono capire l’opera soprannaturale che è insita nella creazione di una famiglia, nell’educazione dei figli, nell’irradiazione cristiana nella società. Dalla consapevolezza della propria missione dipende gran parte dell’efficacia e del successo della loro vita: la loro felicità.

Non devono però dimenticare che il segreto della felicità coniugale è racchiuso nelle cose quotidiane, e non in fantasticherie. Consiste nello scoprire la gioia intima del ritorno al focolare, nell’incontro affettuoso coi figli; nel lavoro di ogni giorno a cui collabora tutta la famiglia; nel buon umore dinanzi alle difficoltà, che vanno affrontate con spirito sportivo; e anche nel saper approfittare di tutti i progressi offertici dalla civiltà per rendere la casa accogliente, la vita più semplice, la formazione più efficace.

Ripeto insistentemente a quanti sono stati chiamati da Dio a formare una famiglia di amarsi sempre; di amarsi con l’amore appassionato di quand’erano fidanzati. Ha un povero concetto del matrimonio - che è un sacramento, un ideale e una vocazione - colui che pensa che l’amore finisca quando iniziano le pene e i contrattempi che la vita porta sempre con sé. È proprio allora che il legame d’affetto si rafforza.”

“Domandate audacemente al Signore questo tesoro, la virtù soprannaturale della carità, per esercitarla fin nei più piccoli particolari.”

S. Escrivà de Balaguer

La coppia cristiana

(Tertulliano)
Che bella coppia formano due credenti che condividono la stessa speranza, lo stesso ideale, lo stesso modo di vivere, lo stesso atteggiamento di servizio!
Ambedue fratelli e servi dello stesso Signore senza la minima divisione nella carne e nello spirito, insieme pregano, insieme s’inginocchiano e insieme fanno digiuno.
Si istruiscono l’un l’altro, si esortano l’un l’altro, si sostengono a vicenda.
Stanno insieme nella santa assemblea, insieme alla mensa del Signore, insieme nella prova, insieme nella persecuzione, insieme nella gioia.
Non c’è pericolo che si nascondano qualcosa l’un l’altro, che si evitino l’un l’altro, che l’uno all’altro sian di peso.
Volentieri essi fan visita ai malati ed assistono i bisognosi.
Fanno elemosina senza mala voglia, partecipano al sacrificio senza fretta, assolvono ogni giorno i loro impegni senza sosta.
Ignorano i segni di croce furtivi, rendon grazie senza alcuna reticenza, si benedicon senza vergogna nella voce.
Salmi e inni recitano a voci alterne e fanno a gara a chi meglio sa cantare le lodi al suo Dio.
Vedendo e sentendo questo Cristo gioisce e ai due sposi manda la sua pace.
Là dove sono i due ivi è anche Cristo.

lunedì 28 luglio 2014

Il referendum sul divorzio 1974 - portata culturale

tratto da qui, sito di Cultura Cattolica.



Oggi 12 Maggio, nel 1974 si vota l'abrogazione della legge Fortuna-Baslini sul divorzio: vincono i NO con il 59,3% (l'affluenza sfiora l'88%). La legge resta in vigore.
Una riflessione sul significato per il mondo cattolico può essere fatta a partire dalle seguenti osservazioni di Marco Invernizzi su "il Timone", n. 30, Febbraio 2004

Divorzio: trent’anni fa il referendum di Marco Invernizzi
Storia di un referendum che voleva salvare il matrimonio, fondamento della società. Il tradimento di buona parte anche della DC e di quei cattolici che non compresero che non si trattava di una questione confessionale.
Alla fine del 1987, Gabrio Lombardi decide di pubblicare alcune osservazioni su un avvenimento che lo aveva visto protagonista alcuni anni prima, in occasione del referendum abrogativo della legge divorzista, svoltosi il 12 maggio 1974: nascono così un articolo pubblicato sulla rivista Studi cattolici, poi un libro un po’ più ampio. Docente di materie romanistiche in diverse università italiane, presidente del Movimento Laureati Cattolici dal 1964 al 1970, Gabrio Lombardi era stato un protagonista della vicenda, guidando il Comitato per l’abrogazione della legge divorzista, che avrebbe raccolto, nel giugno 1971, oltre un milione di firme. Il 1° dicembre 1970, il giornale-radio dava notizia dell’avvenuta approvazione alla Camera dei deputati, nel corso della notte, della legge divorzista (Fortuna-Baslini, dal nome dei due primi deputati firmatari), ma anche dell’Appello agli italiani da parte di 25 personalità del mondo cattolico, e non solo, nel quale si annunciava la volontà d’indire un referendum abrogativo della legge. L’appello era firmato dai docenti Sergio Cotta, Augusto Del Noce, Gabrio Lombardi, Carlo Felice Manara, Enrico Medi, Alberto Trabucchi, e ancora da Giangualberto Archi, Giuseppe Auletta, Felice Battaglia, Carlo Bozzi, Antonio Ciampi, Lia Codacci Pisanelli, Serio Galeotti, Filippo Gallo, Giorgio La Pira, Franco Ligi, Lina Merlin, Bernardo Maerlo, Giambattista Migliori, Giuseppe Olivero, Marcello Rodinò, Francesco Santoro Passarelli, Libera Santucci, Ignazio Scotto, Egidio Tosato. Preceduta dalla deposizione di una richiesta di referendum promossa da alcuni giovani dell’associazione Alleanza Cattolica, - che poi porteranno un contributo di 50mila firme alla raccolta - il Comitato di Lombardi finalmente partì nella primavera del 1971, raccogliendo 1.370.134 firme che vennero depositate presso la Corte di Cassazione di Roma il 19 giugno 1971. 
Il referendum si svolgerà soltanto nel 1974, perché dava fastidio. Anzitutto, non era capito nelle sue motivazioni profonde da molti cattolici, che ancora oggi non riescono a comprendere il concetto d’indissolubilità secondo il diritto naturale, l’unica motivazione che permette di giustificare la battaglia affinché le leggi dello Stato promuovano e difendano l’indissolubilità matrimoniale. Se non fosse stato così, avrebbero avuto ragione i fautori della legge divorzista ad accusare i cattolici di voler obbligare anche i non credenti a un atteggiamento che derivava dalla fede, e quindi in sostanza a un’imposizione di quest’ultima. Il fatto che non si sia riusciti a far "passare" questo punto di dottrina dimostra la crisi culturale e morale che aveva già allora investito il mondo cattolico e sulla quale interverrà la Conferenza episcopale italiana il 10 ottobre 1974. Con questi presupposti era difficilissimo vincere il referendum, che peraltro sfociò, nel corso della campagna elettorale, in una contrapposizione muro contro muro fra cattolici (non tutti) da una parte e le diverse famiglie ideologiche del laicismo dall’altra parte. 
La rivoluzione sessuale 
La posta in gioco era altissima: come aveva detto il filosofo cattolico Augusto Del Noce nel corso di un’assemblea svoltasi nell’ambito dell’importante associazione di Bologna il Mulino (un "pensatoio" composto da liberali e cattolici), il divorzio era una tappa dell’aggressione al matrimonio e alla famiglia intesi come fondamenti stabili della società civile, alla quale sarebbe seguita la legalizzazione dell’aborto e di quanto potesse contribuire a scalfire l’assetto della società italiana. Per Del Noce, in sostanza, ci si trovava di fronte a una rivoluzione sessuale, della quale forniva le prime indicazioni che successivamente sarebbero state riprese in alcuni articoli di Massimo Introvigne e che purtroppo sarebbero diventate una realtà storica e culturale dell’Italia odierna. 
 Una battaglia di civiltà 
Si ripeteva così, per la seconda volta dopo il 1945, uno scontro di civiltà che divideva l’Italia, come era accaduto il 18 aprile 1948. Anche di fronte all’introduzione della legge sul divorzio, non si sarebbe verificata una competizione elettorale fra partiti pur portatori di visioni ideologiche diverse e alternative, ma si sarebbe dovuto scegliere fra diversi tipi di civiltà. Il 18 aprile l’alternativa era fra la libertà del sistema occidentale e il totalitarismo comunista, negli anni 1970 si doveva decidere se questa libertà potesse essere usata contro la verità sul matrimonio, anticipando il nodo più drammatico che, dal punto di vista dottrinale, accompagna la storia della modernità, cioè il rapporto fra libertà e verità. Nonostante lo sforzo del Comitato di Lombardi di mantenere lo scontro sul piano civile, la contrapposizione divenne politica e religiosa e penetrò anche all’interno del mondo cattolico. La Democrazia Cristiana, nel suo insieme, non voleva il referendum, che avrebbe diviso le forze politiche, allontanato fra loro i partiti al governo e reso più difficile il rapporto col partito comunista, che negli anni successivi sarebbe sfociato nel compromesso storico; soprattutto, la DC temeva di trovarsi di fatto alleata con i partiti di destra, in un clima politico, quello degli anni 1970, che vedeva un’aggressiva campagna condotta soprattutto dai gruppi della sinistra extra-parlamentare per impedire ogni forma di agibilità politica alle forze anticomuniste. 
Come sarà in occasione dell’approvazione della legge 194 sull’aborto, firmata da ministri tutti democristiani e da un presidente della Repubblica anch’egli democristiano, gli uomini della DC avevano paura di contrapporsi alla legge divorzista per timore di vedere incrinarsi le alleanze di governo. Il desiderio di rimanere al potere a qualsiasi costo, in ultima analisi, fece prendere le decisioni. Non tutti forse, non Guido Gonella, per esempio, che, dieci giorni dopo lo svolgimento del referendum, come ricorda Lombardi, denuncerà proprio questo atteggiamento: avremmo dovuto – scriveva allora - "sacrificare anche i Governi, pur di impedire l’approvazione della legge Fortuna. E questo è stato un errore imperdonabile". Se la DC aveva paura di perdere il controllo del potere, altri gruppi e singoli cattolici si opposero al referendum, non firmando prima la richiesta di referendum e poi operando pubblicamente perché la legge rimanesse in vigore. Vi saranno i cattolici democratici, che predisposero un appello contrario all’abrogazione della legge (Francesco Traniello, Sabino Samuele Acquaviva, Franco Bassanini, Paolo Prodi, Tiziano Treu, Giuseppe Alberigo, Pietro Scoppola, Paolo Brezzi, Pierre Carniti, Nuccio Fava, Raniero La Valle, Mario Pastore, Luigi Pedrazzi, Pasquale Saraceno, Giancarlo Zizola, Guglielmo Zucconi, Adriana Zarri e altri). Ma saranno soprattutto il rettore dell’Università Cattolica, Giuseppe Lazzati, e il piccolo fratello della congregazione fondata da Charles de Foucauld, Carlo Carretto, ad assumersi la responsabilità di posizioni pubbliche che ferirono profondamente l’unità dei cattolici di fronte al problema del divorzio. Carretto scriveva sul quotidiano La Stampa del 7 maggio 1974 un articolo (che sembra venisse riprodotto dal PCI in un milione di copie) nel quale testualmente affermava: "Voto no …E Tu, Signore, per chi voti? Mi par di saperlo dalla pace che sento dentro di me". Poi Carretto ritratterà pubblicamente, anche se in maniera ambigua, da come si deduce leggendo l’intervento contenuto nella sua autobiografia (Cittadella editrice, 1992, pp. 337-340), il 3 aprile, giovedì santo del 1975, nella cattedrale di Foligno, davanti al vescovo mons. Siro Silvestri, ma intanto il danno, indubbiamente elevato, era stato prodotto. 
Lazzati era contrario al referendum, anche se a dire di mons. Piero Zerbi, voterà a favore dell’abrogazione, il 12 maggio 1974. In una lettera a papa Paolo VI, riprodotta da Lombardi, emerge la sua incomprensione del carattere naturale e civile del problema del divorzio, come era stato per Carretto, e quindi la sua avversione al referendum. Ma il peggio si verificherà quando, durante la campagna referendaria, nella "sua" università, sostanzialmente non permetterà al professor Sergio Cotta di tenere una conferenza contro il divorzio, a causa della presenza di numerosi esponenti della sinistra extra-parlamentare, verosimilmente malintenzionati. L’episodio non ha suscitato un adeguato scalpore, anche se ogni tanto ritorna alle cronache: certamente, il fatto che in Università Cattolica sia esistita soltanto una campagna referendaria a favore del divorzio conferma l’analisi preoccupata della situazione ecclesiale fatta dalla CEI all’indomani della consultazione. Come avevano previsto i promotori del referendum, la ferita inferta al corpo legislativo ha prodotto una graduale erosione dell’istituto matrimoniale che, oggi, fuor di metafora, non costituisce più l’approdo normale e unico della vita di una coppia. Oggi si divorzia sempre più frequentemente, ci si sposa di meno, si introduce lentamente la possibilità legale di unioni omosessuali. Il matrimonio è diventata un’opzione fra altre. 
Non si tratta di scandalizzarsi e di riaprire una ferita, soprattutto interna al mondo cattolico. Bisogna semplicemente ricordare, perché quei "maestri" continuamente riproposti all’ammirazione dei fedeli vengano un poco ridimensionati a favore di chi ritenne il referendum come un dovere di testimonianza civile, a vantaggio del bene comune dell’Italia, in difesa di una civiltà oggi non più visibile. Ricordare per ricominciare a seminare, con il Vangelo, quella verità sull’uomo che prevede, in natura, il matrimonio "per sempre". 

Bibliografia 
Gabrio Lombardi, Perché il referendum sul divorzio? 1974 e dopo, Ares 1988. Massimo Introvigne, Metafisica dell’amore e Rivoluzione sessuale, in Cristianità, n. 71, marzo 1981; Socialismo e rivoluzione sessuale, in Cristianità, n. 97, maggio 1983.Marco Invernizzi, Appunti sulla storia e sul "progetto" dei "cattolici democratici", in Cristianità, n. 156-157, aprile-maggio 1988.


Le ragioni della crisi secondo la Cei 
«[...] Correnti di pensiero prevalentemente dominate dalla ideologia marxista e tutte permeate da una antropologia unidimensionale. «Perdita di incidenza, in Italia, del pensiero cattolico; le strutture della cultura sono passate in altre mani». «Una scarsa e disorganica assimilazione del Concilio, con false sperimentazioni e interpretazioni; con lentezza e ritardi da una parte; con precipitazioni spregiudicate dall’altra». In questo contesto è stato affrontato il referendum contro il divorzio che, dice sempre la CEI, ha soltanto «evidenziato i mali della Chiesa in Italia e li ha esasperati», mostrando «un declino e un sottosviluppo della coscienza cristiana, che non ha saputo reagire al laicismo e al secolarismo, in stridente contrasto con lo stesso Vaticano II, che impegna il cristiano a portare nell’ordinamento della città terrena lo spirito del Vangelo, secondo l’insegnamento della Chiesa» [In Enchiridion della Conferenza Episcopale Italiana, vol. 2 (1973-1979), EDB 1985, p. 545].